FRAGOLE / FREULIS

Chi l’avrebbe mai detto: la fragola non è un frutto! Per essere precisi, i botanici ci insegnano che si tratta di un’infiorescenza ingrossata; il vero frutto sono i semini sulla sua superficie, chiamati acheni. La fragola appartiene alla famiglia delle rosacee, cresce selvatica in boschi, macchie e luoghi freschi non molto soleggiati, ama il clima temperato, preferisce i terreni acidi.

Le fragole sono originarie delle zone alpine dell’Europa e dell’America. Quelle che mangiamo oggi sono il frutto di incroci tra le piante selvatiche avvenuti nei secoli che hanno portato al frutto odierno. Le specie spontanee, autoctone, che crescono in Europa sono tre: la Fragaria Vesca, la Fragaria Moscata e la Fragaria Viridis. La pianta della fragola ha un portamento strisciante e sviluppa rami che si allungano sul terreno (stoloni). Da questi ultimi si originano radici e foglie che vengono coltivate per dare vita a nuove pianticelle.

La fragola possiede notevoli proprietà: depura il sangue, è nutriente, rinfrescante, diuretica, aiuta a prevenire la gotta e le infiammazioni in generale. E' un frutto ricco di vitamine A, B1, B2 e C, contiene anche zucchero, fosforo, calcio, ferro, pectine, flavonoidi e acido salicilico. A causa della presenza dell’acido salicilico, nei soggetti predisposti può provocare allergia. Le fragole hanno un apporto calorico piuttosto basso: circa 30 Kcal/100 gr di prodotto fresco.

Per tutte queste caratteristiche la fragola è uno di quei frutti che l’uomo gusta da sempre, apprezzandone la dolcezza e la delicatezza; dalla preistoria ai banchetti greci e romani e fino al giorno d’oggi è sempre stata presente sulla "tavola" degli essere umani.

Il suo nome deriva da "Fragaria Vesca" un termine latino che descrive la delicatezza del frutto; i Romani infatti erano estimatori delle fragole e la consumavano durante le feste dedicate ad Adone. La leggenda vuole che le fragole siano le lacrime di Venere cadute sulla terra dopo la morte di Adone.

Soltanto nel periodo medioevale, fino al XVI secolo, le fragole non godono di grande considerazione: vengono considerate addirittura frutti pericolosi, capaci di far cadere in tentazione e persino di trasformare gli uomini in mostri. La loro riscoperta avviene quando alle fragole vengono attribuite delle doti terapeutiche, e diventano la base per le cure contro la lebbra e le ferite.

Per secoli vengono coltivate le specie selvatiche autoctone (Vesca, Moscata e Viridis), più che altro come piante ornamentali; si ha notizia certa della loro presenza negli orti di Francia, grazie a Jean-Baptiste de La Quintinie, il celebre agronomo e giardiniere di Luigi XV.

La svolta nella coltivazione delle Fragole in Europa avviene sempre in Francia, all’inizio del XVIII secolo; Amédée François Frézier, ingegnere ed esploratore, porta dal Cile una varietà di Fragole chiamata Fragaria Chiloensis. Quest’ultima, grazie all’opera del botanico Antoine Nicolas Duchesne, verrà incrociata con la Fragraria Virginiana (originaria del nord america), dando origine alla Fragaria Ananassa, più grande e gustosa dei suoi "genitori" La Fragaria Ananassa è l’antenata di tutte le fragole coltivate oggi. E' grazie a questo incrocio che oggi possiamo gustare facilmente questo frutto, la fragole selvatica non sarebbe di certo in grado di soddisfare completamente la domanda.

Secondo i dati più recenti, in Italia, (tra le prime nazioni produttrici in Europa, 13° al mondo) la coltura della fragola si estende su quasi 5000 ettari. Al sud, che copre oltre il 50% della produzione nazionale, Campania e Basilicata sono le maggiori produttrici, da sole coprono quasi il 50% degli ettari coltivati in Italia, seguite dalla Sicilia e la Calabria. Al nord, che copre circa il 30%-35% degli ettari coltivati a fragole in Italia, le regioni più produttive sono Veneto ed Emilia Romagna, seguite da Trentino Alto Adige e Piemonte. Nelle regioni del centro-Italia viene coltivato circa il 15-20% della produzione nazionale di fragole.

La produzione italiana, non è comunque sufficiente per coprire interamente il mercato nazionale; siamo infatti costretti ad importare fragole da Spagna, (principalmente), Israele, Egitto e Turchia. La produzione nazionale è più rivolta all’utilizzo come prodotto fresco, che a quello industriale.

A seconda della zona vengono coltivati cultivar differenti, selezionati in base alla produttività ed alla qualità del prodotto che danno. Nelle regioni meridionali le varietà principali coltivate sono: Candonga Sabrosa, Melissa, Sabrina e Camarosa. Nelle regioni settentrionali la situazione è differente: Eva, Roxana, Sibilla, Alba, Aprica, Elsanta.

Immagini di alcuni cultivar .....

Alba
Antea
Arosa
Camarosa
Cadonga
Elsanta
Eva
Joly
Roxana
Sabrina
Melissa
Sibilla


In FRIULI VENEZIA GIULIA le varietà coltivate sono ANTEA, ELSANTA, CLERY, AROSA e si stà introducendo anche la JOLY. Pur essendo in generale espansione, nella nostra regione la coltivazione della fragola non è ancora molto sviluppata; i produttori che possono vantare una estensione coltivata accettabile sono circa una ventina, e si concentrano prevalentemente nel medio-basso Friuli. La produzione si può stimare tra le 100 e le 150 tonellate annue.